lunedì 29 dicembre 2014

LA RECEN(T)SIONE DI: Il Ragazzo Invisibile (2014)

Questo ragazzi miei, è il primo vero supereroe italiano. Più o meno.
Non vi nego che le mie aspettative verso questo film non erano delle più alte, colpa del mio poco interesse per il cinema italiano degli ultimi, ehm, vent'anni? E quindi, snobbandolo totalmente per tutto questo tempo, de Il Ragazzo Invisibile non conoscevo neppure l'esistenza, fino a qualche settimana fa, quando per puro caso ho visto per la prima volta il trailer e mi sono chiesto "Ma è davvero un film italiano quello?!?".


Diretto da Gabriele Salvatores e girato quasi interamente in Italia, segue le vicende di Michele Silenzi (Ludovico Girardello), un tranquillo adolescente che vive con la madre poliziotta, Giovanna (Valeria Golino). Schivo, introverso, spesso vittime delle attenzioni dei bulli e invaghito di Stella, una sua compagna di classe che nemmeno si accorge di lui. Perché se il titolo del film non si riferisse a quel particolare potere che analizzeremo meglio più avanti, potrebbe benissimo stare ad indicare il disagio che provano molti ragazzini nel periodo dell'adolescenza: il sentirsi come invisibili agli occhi di chi li circonda.


Tutto inizia quando Michele, a cui i bulli rubano i soldi per comprarsi il costume per la festa di Halloween a casa di Stella, decide di spendere i suoi ultimi cinque euro per prendersene uno in un negozietto di pacottiglia cinese, per certi versi simile a quello visto nel film Gremlins. Il losco venditore gli propone un costume da fantomatico eroe cinese, un pigiama col mantello, e quando Michele gli chiede titubante quale potere avesse questo "eroe", il negoziante gli risponde con fare misterioso che lo scoprirà presto. Giunto alla festa, viene ovviamente preso di mira dai bulli che lo costringono a scappare a casa dove si addormenta col costume/pigiama cinese addosso. Al suo risveglio, mentre esce dalla doccia, scopre d'essere divenuto invisibile. Una volta superato il trauma iniziale, ed essersi abituato a girare completamente nudo per la città, darà sfogo alla sua vendetta contro quei due bulletti che lo hanno ridicolizzato davanti a Stella. Purtroppo però, mentre voleva dare sfogo anche ad altri tipi di curiosità nello spogliatoio femminile della sua scuola, il ragazzo ritorna visibile e ci rimedia un'altra bella figura di cioccolato. La sfiga ti vede bene pure se sei invisibile.


In seguito, dopo essere riuscito a diventare l'amico invisibile di Stella, scopre che questo potere è legato in qualche modo al suo passato e non come credeva lui al costume cinese. Contemporaneamente però, la scomparsa di alcuni suoi compagni di classe preoccupa la polizia, che chiede l'intervento dello psicologo Basili (Fabrizio Bentivoglio). Dopo il rapimento di Stella davanti agli occhi di Michele, ad opera di un uomo col passamontagna,  fa la sua comparsa un misterioso ed emblematico personaggio che conosce il segreto del ragazzo e che lo avvisa sul pericolo che l'organizzazione chiamata La Divisione rappresenta per lui. In quel preciso momento, fa la sua comparsa sullo schermo il nostro primo supereroe italico, con tanto di costume donatogli dallo strano uomo.


La storia del film non è perfetta, ha molti punti oscuri e poco chiari che purtroppo vengono chiariti solo leggendo la graphic novel edita da Panini Comics o il romanzo pubblicato dalla Salani Editore. E questo è un male, dato che se vado a vedermi un film al cinema, lo voglio comprendere nella sua interezza e non perdermi dei passaggi fondamentali o comunque importanti ai fini della trama, perché non presenti nella pellicola ma solo in altri formati. E non sto parlando di un film tratto da un libro, ma di un progetto nato prima su pellicola e solo sucessivamente approfondito e ampliato nel contesto cartaceo. Ma Il Ragazzo Invisibile ha però un pregio, quello di essere un film italiano di fantascienza; una novità gradevole tra una distesa fatta di commediole e drammi a cui purtroppo il cinema italiano sembra assopito da molti anni. Con i suoi alti e bassi, il film scorre veloce e riesce ad intrattenere, nonostante tutto, alla fine è un esperimento riuscito a metà che meriterebbe più attenzione da parte del pubblico. Quindi, se ancora non l'avete visto e siete indecisi se andarlo a vedere, il mio consiglio è quello di dargli una possibilità.