mercoledì 29 aprile 2015

I miei 5 mondi videoludici preferiti

Cosa c'è di più affascinante del viaggiare per il mondo, assecondando il proprio bisogno di scoperta e d'avventura? La fig...ehm. Dicevamo: viaggiare è una cosa che fin da piccolo ho sempre amato, conoscere e vedere posti sempre nuovi, conoscere altre culture e assaporare cucine diverse. E questa cosa ho iniziato a farla non solo nella realtà, ma pure mentre sto giocando a qualche videogioco in cui possa esplorare liberamente il paesaggio che mi circonda. Per questo motivo ho deciso di mostrarvi quali sono i miei 5 mondi videoludici preferiti, quelli che più mi hanno lasciato qualcosa dentro e a cui sono più affezionato, sempre che ci si possa affezionare ad un videogioco, ma non divaghiamo e diamo inizio con la posizione numero 5.




5 - Shadow of the Colossus

Un'enorma vallata incastonata tra le montagne e la scogliera dove, tra fitte foreste, deserti e laghi, sorgono antichissime e imponenti costruzioni. Ho passato ore a galoppare ed esplorare questo gigantesco mondo, rimanendo sempre affascinato dai panorami suggestivi che offre.





4 - Red Dead Redemption

Il fascino del Far West, ambientazioni perfette e variegate: si passa dal polveroso deserto alla prateria, fino ad arrivare alla foresta e sempre più su, fino alle vette innevate. Rimanevo ore a girare senza meta solo per ammirare il paesaggio.




3 - Xenoblade Chronicle

Questo titolo lo sto giocando ora per la prima volta e devo dire che mi ha sorpreso, non immaginavo un mondo così vasto e completamente esplorabile con un'ambientazione così ben riuscita. Davvero uno spettacolo.





 2 - Skyrim

Skyrim è l'apoteosi della figaggine in fatto di paesaggi. Un mondo colossale pieno di epicità allo stato puro. Potrete passare giornate intere ad esplorare ogni singolo centimetro della mappa, ma troverete sempre un luogo nuovo.



1 - Kingdom Hearts II (Twilight Town)

A gran sorpresa, ecco qual'è il mio mondo videoludico preferito: Twilight Town in Kingdom Hearts II. Non è per la grafica, non importa se non è completamente esplorabile o se non è minimamente paragonabile alle dimensioni dei mondi che ho citato poco più su. Io lo adoro per la serenità che riesce a darmi ogni volta che gioco a questo titolo; il perenne crepuscolo, i colori caldi e l'atmosfera estiva, la sua musica rilassante e le sensazioni che mi ha dato fin dal principio, fanno di Twilight Town il mio mondo videoludico preferito di sempre.  

domenica 26 aprile 2015

Il richiamo


Sono passati due mesi da quando ho comprato questo vecchio faro e ne ho fatto la mia nuova casa. Pensavo di sfuggire al mio passato allontanandomi dal mondo, cambiando in modo radicale la mia vita. Credevo che la solitudine mi avrebbe redento dai peccati, che forse e dico forse avrei potuto cancellare una volta per tutte i miei errori. Ma mi sbagliavo.

Il mio nome è Abraham Booth, sono nato a Pittsfield in Massachusetts il 21 novembre del 1954. Sono stato cresciuto da mia madre, Elisabeth Booth, una povera donna che per tutta la sua vita non ha fatto altro che sacrifici. Mio padre non l'ho mai conosciuto, abbandonò mia madre appena seppe della sua gravidanza e di lui non se ne seppe più nulla. In gioventù ho provato diverse volte a rintracciarlo, anche solo per vedere che faccia avesse il bastardo che ci aveva abbandonati come fossimo sacchi di rifiuti, ma fu tutto inutile. Per venticinque anni, quella povera donna si prese cura di me senza l'aiuto di nessuno, nemmeno dei suoi genitori, che alla notizia della sua gravidanza la cacciarono di casa, ripudiandola e dandogli della prostituta. Immagina cosa provavo ogni giorno guardandomi nello specchio, nel vedere la mia immagine riflessa e provare rabbia nel sapere che la mia esistenza era causa di così tanta sofferenza. Io mi guardavo riflesso e non vedevo un uomo, ma un cancro che divorava ogni briciolo d'umanità a chi mi stava attorno. Mia madre ha passato la sua vita a prendersi cura di me, nonostante tutto il dolore che la mia esistenza gli ha arrecato, nonostante tutto, lei mi ha sempre amato senza mai rinfacciarmi nulla. Mai una lacrima ha solcato il suo volto, mai una volta che l'abbia vista piegarsi alla vita, anche quando la malattia la stava consumando, lei sorrideva sempre. Devo a lei ogni singolo respiro, ogni singolo momento che vivo, ogni battito del mio cuore. Lo devo solo a lei e al suo coraggio, alla sua forza d'animo e al suo amore.

Il giorno che morì, fu anche l'ultimo che passai a compiangermi. Presi le mie cose e mi trasferii a New York,  dove trovai lavoro come bibliotecario in una piccola biblioteca di quartiere. Nulla di speciale, ma il silenzio di quel luogo mi faceva sentire in pace con me stesso. Immagina per un momento cosa significhi passare le giornate circondato dal sapere universale, immerso nel silenzio più puro, dove anche il più insignificante dei suoi sembra un urlo straziante. Quello era il mio angolo di paradiso. Passavo le giornate a riordinare libri che di notte leggevo avidamente nel mio piccolo monolocale a due isolati dalla biblioteca: ho letto e riletto i più grandi classici della letteratura, ho viaggiato con la mente in ogni angolo del globo, ho vissuto innumerevoli vite e ho conosciuto personaggi che hanno lasciato un segno indelebile dentro di me. Non ero più il ragazzo senza padre, cresciuto sulle spalle di una madre che per colpa mia aveva perso tutto e tutti. Io ero il Capitano Achab, ero Fu Manchu e Sherlock Holmes, ero Edmond Dantès e Robinson Crusoe, ero Beowulf e Guy Montag, ero Aladino e Pëtr Kirillovič Bezuchov. Io ero tutti i più grandi personaggi della letteratura mondiale, ed ero nulla di più che un uomo solo. Fino al giorno in cui ti incontrai, Laura.

Era una giornata come tante, mai avrei immaginato che quella giovane ragazza intenta a curiosare tra gli scaffali della "mia" biblioteca mi avrebbe cambiato la vita completamente. Accadde tutto così velocemente che ancora oggi fatico a capire come sia potuto accadere; iniziò tutto con un tuo timido sorriso, ed io che impacciato ti chiedevo se avevi bisogno d'aiuto. Qualche giorno dopo tornasti per riportarmi i libri che ti avevo consigliato di leggere, ringraziandomi per gli ottimi gusti in fatto di letteratura; dopo due mesi passati a parlare solo di libri, presi il coraggio di invitarti fuori a cena, in un ristorante italiano a poca distanza dalla biblioteca dove lavoravo. Guadagnavo quel poco che bastava per potermi pagare l'affitto e permettermi di mangiare due volte al giorno, ma pur di passare una serata fuori a cena con te risparmiai per un mese intero mangiando alla mensa dei poveri. Ero disposto a tutto per te, perché per la prima volta in vita mia, avevo trovato la vera felicità. Dopo due anni lasciammo New York per trasferirci a Medford, dopo che tu trovasti  lavoro come insegnate ed io come addetto allo smistamento delle merci giù al porto. Quello fu il periodo più felice della mia vita. Scusa se sto ripercorrendo la mia vita, ma ho il bisogno di sfogarmi con qualcuno. Ora più che mai avrei bisogno del tuo aiuto.

La felicità è un sentimento flebile, dura quel tanto che basta per renderti debole; perché la vita, quando colpisce, lo fa con la forza di un ciclone. In un attimo spazza via ogni tua sicurezza. Quando la vita ti colpisce lo fa duramente e se non sei abbastanza forte ti getta in pasto all'oscurità più pura, dove non potrai fare altro che vederti annegare in un mare di sofferenza. Quando i dottori ti diagnosticarono la malattia era già troppo tardi; il male ti aveva già consumata fino al midollo e per te non c'era speranza di salvezza, non ti restava altro che attendere e sperare di non soffrire più del dovuto. Laura, amore mio, ho bisogno di te, perché dal momento della tua morte la mia vita ha perso ogni significato.

Quando mi ritrovai di nuovo solo lasciai il lavoro al porto, buttandomi a capofitto nella depressione e nello sconforto. Vagai senza meta da un bar all'altro, bevendomi i risparmi di una vita di sacrifici, cercando invano sul fondo di una bottiglia un po' di quella pace che solo tu sapevi darmi. Di quel periodo ho ricordi confusi, alternati tra la realtà e le visioni alcoliche, in un bucolico viaggio all'inferno dove tutto perdeva di significato. Sono stato in prigione per un breve periodo, dopo che per una parola di troppo avevo quasi strozzato un uomo. Mi vergogno profondamente di tutto quello che feci in quei giorni bui, dove mi dimenticai degli insegnamenti di mia madre e degli anni passati assieme a te. Dalla vendita della nostra casa guadagnai quel tanto che bastava per permettermi un monolocale appena fuori Boston; più che un appartemento sembrava un rifugio per i senzatetto, vivevo nel degrado più assoluto. Mai come in quel periodo la mia vita non aveva più senso. Andavo a donnacce, cercando conforto in quello squallore, ma era tutto inutile, mai nessuna ha più scaldato il mio cuore come l'hai fatto tu. Non ho mai amato nessun'altra come ho amato te. Ti amo Laura e non ho ma smesso di farlo, ho pure tentato di raggiungerti, ma all'ultimo secondo ho sempre rinunciato. Sono un codardo, lo sono sempre stato. Non ho la tempra di mia madre, ma la vigliaccaggine di mio padre. Per questo motivo, tentando di sfuggire al mondo, con i pochi soldi rimasti ho comprato questo vecchio faro su di una piccolissima isola poco fuori Ipswich Bay.

Pensavo che qui, lontano dal mondo, avrei potuto trovare rifugio dal mio passato, sperando di ritrovare la pace con me stesso: mai avrei immaginato di sbagliarmi così tanto.

Sono passati due mesi dal mio arrivo su quest'isola, per vivere faccio qualche lavoretto nel porto di Annisquam. Il posto ti piacerebbe molto Laura, la vista dall'alto del faro è meravigliosa e il rumore dell'oceano è la colonna sonora della mia nuova vita. O almeno, lo era prima che iniziassi a sentire quel richiamo. Iniziò all'improvviso, una notte mentre osservavo l'immensità dell'oceano illuminato dalla luce della luna. Il vecchio faro non funziona e non ho i soldi per ripararlo, per questo motivo la sua luce non è più un monito per i pescatori, ma tutt'altro, forse la sua oscurità ha attirato qualcosa di diverso. Qualcosa proveniente dagli abissi dell'inferno. Da quella notte, per ogni notte a venire e pure in questo momento, riesco a sentire la sua voce; un suono profondo, melodioso, un richiamo dalle profondità dell'oceano. Un richiamo per me.

Non c'è modo per non sentire quel suono, ho provato di tutto: ho usato i tappi per le orecchie, ho provato a coprire il suono con la musica ma anche al massimo del volume riesco a percepirlo limpidamente, anche ora che con uno spillo mi sono sfondato i timpani e che il dolore mi sta rendendo pazzo, io lo riesco ancora a sentire. Questo è un richiamo per me, mi vogliono, hanno bisogno della mia anima. Chiunque essi siano, vogliono che mi unisca a loro, vogliono che segua questo richiamo e che li raggiunga. Laura, quando sei morta la mia vita perse di significato, smisi di credere in Dio. Smisi di credere in ogni cosa, ma forse questo richiamo è la prova che mi sbagliavo; amore mio, forse per la prima volta da quando non ci sei più, ho trovato la pace con me stesso. Forse non devo aver paura dell'oscurità, ma al contrario, devo abbracciarla e divenire tutt'uno con lei. Mi stanno chiamando, loro mi vogliono e io non posso più tirarmi indietro, per troppo li ho ignorati, ma ora che anche nella sordità e nel dolore riesco a sentire le loro voci ho capito che mi sbagliavo. L'oceano vuole la mia vita, loro vogliono la mia vita. Ho visto in sogno cosa mi accadrà una volta che mi tufferò nell'oscurità di queste gelide acque, ho visto i loro tentacoli stringere il mio fragile corpo e ho sentito sulla mia pelle il dolore delle osse che si spezzano nella loro morsa. E sai una cosa Laura? Loro mi chiamano perché io possa essere qualcosa di più che un semplice uomo; da giovane mi piaceva immaginare d'essere come gli eroi dei libri che leggevo, d'avere il loro coraggio, il loro carisma, la loro forza. Ora invece ho capito qual'è la mia vera strada, io sarò più che un semplice uomo, io sarò il loro agnello sacrificale. Immolerò la mia vita a loro, in cambio della pace eterna che tanto ho bramato in tutti questi anni. Per questo motivo ti scrivo questa lettera, anche se non la leggerai mai, per dirti che quello che sto per fare supera ogni mia aspettativa. Una volta non avrei mai avuto il coraggio di gettarmi nelle onde, ma ora che ho sentito la loro voce non posso più tirarmi indietro. Addio Laura e grazie di tutto, spero che ovunque la mia anima venga condotta tu possa perdonarmi se non sarà lì con te, saluta mia madre e ringraziala per ogni sacrificio che ha fatto per me. Io ricambierò tutto questo immolandomi a loro, gli dei oscuri che da troppo tempo bramano la mia carne.

Sento il loro richiamo e non ho più paura, poiché aver paura di loro non serve a nulla. Esistono da tempo immemore ed esisteranno per sempre, trascendendo il concetto d'esistenza stessa e di vita. Perché loro non sono vivi e non sono morti. Loro esistono e basta, ed io mi sacrifico affinché loro possano placarsi e riposare ancora un po', fino a quando non saranno pronti per rivelarsi. A voi che vivete le vostre esistenze senza sentire il loro richiamo, io vi perdono, perché ignorate innocentemente la grandiosità della loro voce. Io mi sacrificherò nel loro nome, nella loro oscura immensità. Essi mi hanno rivelato il loro nome e sto piangendo dalla felicità, perché non esiste nome più sacro del loro. Il loro nome è...

venerdì 24 aprile 2015

Venerdì coin-op XXII

Eccoci qui, pronti per un nuovo Venerdì coin-op; prima però, volevo ricordarvi che a fondo pagina -o nella colonna alla vostra destra- si trova la dicitura "SALA GIOCHI", cliccateci sopra e andate a spulciarvi tutti i Venerdì coin-op precedenti. E ora via, verso la Nuova Zelanda con: 


Il gioco, sviluppato e pubblicato dalla Taito nel 1988, è un platform 2D avente come protagonista Tiki, un Kiwi della Nuova Zelanda, partito dal suo villaggio per salvare i suoi simili rapiti dal tricheco Wally Walrus.


Il nostro povero Tiki, deve affrontare cinque livelli impegnativi, affrontando numerosi nemici evitando proiettili di vario tipo e spuntoni che sbucano dalle pareti. Ma non solo, percorrendo livelli sempre più grandi e difficili, si deve fare i conti contro un nemico subdolo a cui è quasi impossibile scappare: il diavolo.


Sì, proprio un diavolo, che apparirà ogni qualvolta si rimane per troppo tempo bloccati nel livello. Tutto inizia con i rintocchi di una campana, poi si apre un portale dalla quale esce il malefico essere che vi insegue senza tregua per tutto il livello, fino a quando non vi avrà uccisi. Ma quello da cui esce il diavoletto puccioso non è l'unico portale presente nel gioco, si ha infatti la possibilità di trovarne degli altri sparsi per i livelli che conducono in zone segrete oppure, con un po' di pratica, si possono utilizzare come scorciatoie per arrivare a fine livello risparmiando tempo prezioso. Un'altra particolarità di questo gioco è la presenza del paradiso: una volta arrivati oltre il terzo livello, se si verrà uccisi non ci sarà il solito GAME OVER ma comparirà la scritta Welcome to Heaven! 


In questo modo si ha la possibilità di affrontare un livello bonus ambientato nell'altro dei cieli, dove sia Tiki che i nemici hanno l'aureola in testa e lo stage è formato da soffici nuvolette contornate da spuntoni affilati ammazzavita. Una volta giunti alla fine del livello santo, apparirà la Madonna.

 
No non questa, quella meno famosa.

Dicevo, apparirà la Madonna e una schermata con scritto: "Phee-Phee", il nome della femmina di kiwi che Tiki voleva salvare. E finisce il gioco. Se invece si trova la scorciatoia per evitare l'incontro con l'omonima della cantante, si può tornare a giocare dal punto in cui si era morti con una vita extra. 


Per farci strada tra le orde nemiche, si possono utilizzare svarieti tipi di armi, come l'arco, le classiche bombe, un bastone magico e una potente pistola laser. Lungo i livelli si trovano anche diversi tipi di power-up, tutti molto utili per salvare le pennute chiappe di Tiki, come ad esempio l'orologio, in grado di bloccare il tempo per qualche secondo o il libro, che causa un forte terremoto. Per muoverci invece attraverso i livelli, potremo non solo saltare, ma addirittura rubare i veicoli dei nemici, come una mini mongolfiera, un UFO, dei palloncini, un sommergibile e una paperella di gomma: ognuno dei quali con le proprie caratteristiche, pregi e difetti.



Una volta sconfitti i nemici, essi lasceranno cadere non solo le loro armi o i loro mezzi volanti, ma pure dei frutti da raccogliere per accumulare punti. Si possono inoltre trovare sparse per i livelli delle lettere colorate; prendendole tutte si formerà la parola EXTENDED e si otterrà una vita extra.
Una caratteristica che balza subito all'occhio giocando a The NewZealand Story, è il design dei personaggi molto spesso buffi o ironici; basti vedere i folli boss di fine livello, come la balena rosa nel blocco di ghiaccio o la matrioska robot.



Un gioco impegnativo, con molti elementi che lo rendono unico nel suo genere; purtroppo non ha mai avuto il successo desiderato, nonostante sia stato convertito per ogni console dell'epoca e rifatto per Nintendo DS, è sempre rimasto un prodotto di nicchia.


mercoledì 22 aprile 2015

TRASH TOYS: Crystal Ball

Bentornati a Trash Toys, la rubrìca sui giochi più strani, assurdi e decisamente trash, che siano mai stati messi in commercio. Oggi però, sarà una puntata speciale, dedicata ad una icona degli anni 80/90, l'italianissimo:


Nato nel lontano 1947, dall'idea del chimico Claudio Pasini e del suo socio Colombo Carlo Alberto, il Crystal Ball -che all'epoca si chiamava "Le Bolle Fatate"- è una pasta gommosa che, una volta posta sull'estremità di una cannuccia, la si gonfia per formare palloncini colorati.


Ma qual'è lo scopo del gioco? Semplicemente divertirsi a gonfiare bolle colorate, magari attaccandole l'una con l'altra fino a formare una figura. Ed è davvero divertente? Incredibilmente sì. O almeno, io mi divertivo.


Per molto tempo, una sorta di leggenda metropolitana voleva il Crystal Ball altamente tossico, per via del forte odore di solvente che emana la pasta. L'azienda però, ha sempre dichiarato che il composto chimico del prodotto è assolutamente privo di benzene o sostanze simili, nonostante sul tubetto non sia riportato nessun componente del prodotto. Per sicurezza comunque, la cannuccia nella confezione ha una valvola di non ritorno per evitare che qualcuno di possa intossicare.


Divenuto un prodotto di culto solo nei tardi anni 80, il Crystal Ball è tutt'ora in vendita in alcuni negozi di giocattoli ma solo come fondo di magazzino, poiché da qualche anno la vendita del prodotto è solo tramite il negozio on-line dell'azienda, dopo che la stessa ha rischiato di chiudere per colpa non solo della crisi, ma di un disinteresse verso questa vera e propria icona. Per questo motivo, dopo una raccolta fondi con un progetto crowdfunding, la Pasini Laboratorio Chimico ha deciso di puntare tutto sulla vendita on-line. Ogni tanto, quando mi capita di trovarne un tubetto in un qualche negozio lo compro ancora, giusto così, per sniffare il salutare odore di vernice e tornare con la mente indietro nel tempo, a quando da piccolo la mangiavo nel tentativo di ruttare bolle colorate. Eh, bei tempi quelli delle lavande gastriche.


TRASH TOYS:

Food Fighters - Slime

lunedì 20 aprile 2015

I set LEGO più belli di sempre - 1976/1980


Bentornati per il secondo appuntamento con il nostro viaggio nel passato della LEGO, spulciando nel loro infinito catalogo i set più belli di sempre; oggi finiremo con i ruggenti anni 70, osservando l'arrivo dei primi omini LEGO e l'inizio dell'era spaziale. Siete pronti?

1976

149-Fuel Refinery

163-Cargo Wagon

183-Train set with motor and signal

258-Zoo

315-Container Ship

369-Coast Guard Station

370-Police Headquarters

387-Excavator and Dumper

393-Norton Motorcycle

394-Harley-Davidson 1000cc

395-1909 Rolls-Royce

396-Thatcher Perkins Locomotive

Nulla da dire, il set della locomotiva Thatcher è splendido, ancora oggi fa la sua porca figura.

1977

162-Locomotive

246-Santa and Sleigh

277-Fireplace

371-Sea Plane

372-Texas Rangers

373-Offshore Rig with Fuel Tanker

619-Rally Car

663-Hovercraft

698-Boeing Aeroplane

727-Locomotive

850-Fork-Lift Truck

851-Tractor

852-Helicopter

853-Car Chassis

1575-Finnjet Ferry

1580-Silja Line Ferry

Nel '77 arrivano i primi set natalizi, mentre si fa sempre più pesante la presenza del marchio Shell: una vera e propria alleanza durata fino al 2014, anno in cui il colosso dei mattoncini ha divorziato dalla compagnia petrolifera a causa delle numerose proteste da parte di Greenpeace e degli ambientalisti.

1978

164-Passenger Coach

165-Cargo Station

231-Hospital

316-Fire Fighting Launch

374-Fire Station

375-Castle

376-House with Garden

377-Shell Service Station

398-USS Constellation

483-Alpha-1 Rocket Base

487-Space Cruiser

493-Command Center

854-Go-Kart

855-Mobile Crane

1589-Main Street

1620-Chocolate Factory

Nel 1978 vennero prodotti dei set divenuti iconici per l'universo LEGO, come il famosissimo castello giallo e le prime navi spaziali, ma non solo, nel '78 fecero la loro comparsa gli omini LEGO che siamo abituati a conoscere, non più sagome formate da mattoncini, ma veri e propri personaggi.

1979
0015-Space Mini-Figures

268-Family Room

379-Bus Station

381-Police Headquarters

383-Knight's Joust

497-Galaxy Explorer

675-Snack Bar

677-Knight's Procession

856-Bulldozer

857-Motorbike with Sidecar

1980

1592-Town Square - Castle Scene

6375-Exxon Gas Station

6390-Main Street

7710-Push-Along Passenger Steam Train

7720-Diesel Freight Train Set

7730-Electric Goods Train Set

7740-Inter-City Passenger Train Set

7750-Steam Engine with Tender

7822-Railway Station

Per il momento ci fermiamo al 1980, anno in cui i trenini tornarono di moda prepotentemente; presto però, le cose sarebbero cambiate, ma ne riparliamo meglio la prossima volta.

I set LEGO più belli di sempre: