mercoledì 15 luglio 2015

Reboot e remake, ma anche no



C'è che sono stufo della solita minestra riscaldata, che poi, con sto caldo è meglio una granita. Se poi fosse Hollywood che per una volta mi tira fuori un nuovo gusto non sarebbe mica male, perché negli ultimi anni la moda di rimettere mano ai "capolavori" del passato mi ha -scusate il francesismo- scartavetrato le palle. Non è possibile che ogni due per tre mi ritornino al cinema i classici del passato, che classici non sono più, dato che sono passati sotto i ferri dell'industria moderna, uscendone però deturpati di ogni cosa buona che avevano gli originali. Faccio senza fare nomi, quelli li sappiamo tutti, parliamo invece di ciò che c'è di profondamente sbagliato in questa moda hollywoodiana: posso capire che le idee scarseggiano e che fare un film innovativo non è per tutti, specialmente per la paura che al botteghino possa essere un flop, ma l'unica idea che rimane per fare soldi è prendere un vecchio film -possibilmente un cult- e rimodernarlo privandolo il più delle volte del fascino originale? Non è sempre detto che ciò che è nuovo sia per forza migliore. Anzi, dati alla mano molto spesso l'originale ha incassato molto di più rispetto al rifacimento moderno. Ma allora, perché continuare a stuprare le glorie del passato, invece che crearne di nuove? Perché continuare a torturare i fan storici con idee poco brillanti, redesign ridicoli o personaggi completamente rivisitati? Semplice, perché fanno ugualmente i soldi con un prodotto sinonimo di guadagno facile e assicurato. Perché nonostante lo si odi, un reboot o un remake lo si va a vedere lo stesso, anche solo con lo scopo di poterlo criticare ancora più aspramente. E poi, non si può criticare qualcosa che non si è visto. Giusto?

 Poveri noi...