mercoledì 29 giugno 2016

Le mie squadre di supereroi definitive

Una cosa che da sempre mi piacerebbe leggere sarebbe quella di un universo fumettistico unico, una sorta di mega crossover definitivo, dove i personaggi di ogni fumetto occidentale convivono nello stesso mondo. Sì, per certi versi sarebbe davvero difficile far collidere eventi e situazioni diametralmente opposti tra loro, come ad esempio una Paperopoli o una Topolinia in cui si aggira per le strade un pericoloso Joker, o Lobo. Oppure Batman e Capitan America che menano Macchia Nera o Gambadilegno. O ancora, Braccio di Ferro che prende a pizze in faccia il Dottor Destino. No aspetta, quello sarebbe pure figo. Comunque, ho reso l'idea? Bene, con questa premessa, ho giocato a immaginare quattro squadre di supereroi, tutte formate da membri provenienti dai più disparati universi cartacei. Come la:

SUPREME JUSTICE

BATMAN
Capitanata dal Batman classico, la Supreme Justice sarebbe la mia controparte della più celebre Justice League. La squadra di punta del mio universo immaginario, formata per affrontare minacce di ogni tipo, sempre restando dalla parte della legge.

INVINCIBLE
Invincible ricoprirebbe il ruolo del superuomo con la super forza alla Superman. Giovane e divertente, farebbe pure da spalla comica.

WITCHBLADE
Gnocca da quote rosa. Devo aggiungere altro? Ah sì, sarebbe quella più borderline del gruppo, il che significa che la sfrutterei per le storie più seriose e con risvolti non sempre positivi.

ULTIMATE THOR
Molto più Thor lui che la controparte del vecchio universo classico. Una divinità norrena è d'obbligo nel mio gruppo ideale di eroi. Se Batman è la mente, Thor è il braccio che scaglia il martello contro i nemici.

DAREDEVIL
Semplicemente perché Daredevil è il mio personaggio Marvel preferito. E sono sicuro che andrebbe d'accordo con l'Uomo Pipistrello.

WONDER WOMAN
Seconda quota rosa del gruppo, oltre che essere un'abilissima guerriera. Poi ti quanto è bona la nuova Wonder cinematografica, la Gal Gadot, ne parliamo privatamente in un'altra occasione.

 REVENGERS OF JUSTICE

KITTY PRYDE
I Revengers of Justice, una sorta di Giovani Vendicatori capitanati dalla veterana Kitty Pryde. Immagino l'ipotetica testata con delle storie più "leggere" rispetto a quelle della Supreme Justice, più adeguate ad un pubblico adolescenziale, ricca di riferimenti geek e battute spiritose.

PAPERINIK (PK)
Battute spiritose uscite dal becco del mitico Paperinik, nella sua versione PK. Uno dei personaggi più fighi di sempre, punto.

ATOM EVE
Altra bella fig...figliola. Sarebbe la forzuta del gruppo. Come dalla serie da cui proviene, anche qui avrebbe una storia amorosa con Invincible.

ROBIN
Addestrato da Batman, Robin sarebbe il personaggio più badass del gruppo.

SPIDER-MAN (MILES MORALES)
Lo Spider-Man del defunto universo Ultimate, che preferisco di mondi a quello classico. Sarebbe pure un personaggio di colore, così pure la politically correct me la toglierei dalle palle.

THE LEAGUE

BATMAN (DARK KNIGHT)
La Lega (da non confondere con quella dei tizi con l'elmo con le corna. No, non i vichinghi, che poi sarebbe pure un falso mito storico ma non divaghiamo) sarebbe il gruppo dedito alle minacce più folli, quelle che nessun altro vorrebbe o saprebbe affrontare. Se c'è da sporcarsi le mani, loro non si tirerebbero indietro. Capitanati dalla versione anziana e leggermente pazza di Batman, lo immagino come un gruppo segreto, che si muove nell'ombra.

SHE-HULK
Ennesima quota rosa. Bona e forzuta tanto quanto il cugino.

BLACK PANTHER
Altro personaggio che adoro. Sì, solo per quello entra nel gruppo in default. Il solito raccomandato.

SUPERPATRIOT
Un supersoldato creato dai nazi durante la Seconda Guerra Mondiale, divenuto nel tempo un supereroe a stelle e strisce. Un Capitan America cibernetico e molto meno politically correct. 

X-O MANOWAR
Un Tony Stark velatamente più caz#uto, in Italia se lo ricordano in pochi, ma è un bel personaggio. More info.

THE BASTARDS

THE PUNISHER
Un trio formato da ragazzi cattivi, sporchi e arroganti. Non c'è un capo, non c'è una mente dietro alle loro gesta; semplicemente si fanno giustizia a loro modo.

MARSHAL LAW
Se non conoscete Marshal Law, fatelo subito. Non ve ne pentirete.

MARV
Marv di Sin City è un gran bel personaggio se calato nelle giuste storie.

E queste erano le mie squadre di supereroi definitive; se volete potete immaginare qui sotto pure le vostre, lasciando un commento. L'importante è usare la fantasia.

lunedì 27 giugno 2016

Weird Mind Tales #0

Sì ok, c'è stata la partita. Ma cazzomene. Oggi voglio proporvi un nuovo esperimento della Mente, in base alla vostra reazione, potrebbe nascere una nuova rubrica fissa in questo blog. Un viaggio nel terrore, nel mistero, nello strano e nel macabro. Insomma, WEIRD MIND TALES, ovvero dei racconti dai toni decisamente strani e misteriosi. Sperando che vi possa piacere. Buona lettura.


Il colonnello Arthur Brinner non era tipo facile da impressionare; tra le numerose battaglie al quale prese parte, era riuscito a scampare dall'inferno di Majuba Hill, dove l'esercito britannico subì una delle sconfitte più brucianti della prima guerra boera; nonostante la superiorità numerica, i suoi uomini vennero massacrati dai ribelli, costringendo in seguito il primo ministro a concedere ai boeri il controllo della repubblica di Transvaal. Una cosa che il colonnello Brinner non riuscì mai a superare. Per questo motivo, nel settembre del 1882, prese la dura decisione di lasciare l'esercito e ritornare in Inghilterra. Gli sarebbe piaciuto poter tornare a vivere nella villa della sua famiglia nelle Midlands Orientali, poco fuori la città di Derby, ma in quel luogo, quella classica e maestosa English country house, i ricordi più felici della sua vita finivano per essere soffocati dal triste ricordo di lei, Gwendolyn O'Byrne, la figlia dei domestici. Era di una bellezza unica, con una folta chioma bionda e due occhi verdi smeraldo; il giovane Arthur non si sarebbe mai stancato di perdersi in quell'amorevole sguardo. A ricordare quel periodo innocente della sua vita, al colonnello saliva sempre un nodo in gola che a fatica riusciva a trattenere, mentre nella mente gli si balenava il vivido ricordo di quel giorno, dell'ultima volta che i loro sguardi si poterono incrociare, prima del suo arruolamento nell'esercito di sua maestà. Lei gli teneva la mano, stringendola più forte che potesse, mentre una lacrima gli scorreva lungo il viso, quasi come se sapesse che non si sarebbero mai più rivisti. Lui invece non vedeva l'ora di partire, di lasciarsi alle spalle la noia della vita quotidiana. Sognava l'avventura, credendo di partire come ragazzo e di fare ritorno come un vero uomo, forgiato nel corpo e nello spirito. Ma quando tornò, quasi un anno più tardi, ad attenderlo alla villa non c'era più la famiglia O'Byrne, ma un'anziana signora loro lontana parente. Purtroppo, nessuno ebbe il coraggio di far sapere al giovane Arthur quello che successe durante la sua assenza a Gwendolyn e la sua famiglia: sua madre si ammalò per prima, poi le sue sorelle più piccole, infine suo padre; la famiglia Brinner fu quindi costretta ad allontanarli dalla villa, per evitare che potessero contagiare anche loro. Poco dopo, la tubercolosi si portò via tutta la famiglia O'Byrne, lasciando per ultima Gwendolyn, che morì pochi giorni prima del ritorno a casa di Arthur. Da quel momento il colonnello non volle più tornare alla villa in campagna; si trasferì a vivere nel centro di Derby, in una delle case di proprietà della sua famiglia.

Il colonnello visse buona parte della sua vita in completa solitudine; non si volle mai sposare, portando nel cuore il ricordo di Gwendolyn, di quei pochi frammenti di felicità che considerava gli unici momenti davvero felici della sua vita. Aveva il terrore di perderli, come se il passare del tempo potesse cancellarli, o che un'altra donna potesse rubarne il posto o il ricordo. Per questo motivo dedicò tutta la sua vita all'esercito, trascurando ogni altro valore affettivo, compreso quello della sua famiglia. Divenne freddo come il vento gelido del nord, sfogando la sua frustrazione sul campo di battaglia; sembrava non avesse paura di niente, perfino della morte. Ma forse, nel suo cuore, era proprio questa che andava cercando. Forse, inconsciamente, avrebbe voluto porre fine alla sua vita sul campo di battaglia, come quell'uomo forte e impavido che da ragazzino sognava di diventare, maledicendo quella stupida convinzione che lo spinse ad arruolarsi, lasciandosi alle spalle l'amore di Gwendolyn.
Vedeva la sconfitta di Majuba Hill come un'ultima beffa del destino, come quella dolce e vana morte in guerra che bramava tanto. Tra tutti i giovani soldati che persero la vita, lui venne risparmiato. Forse un atto caritatevole dei boeri verso un uomo anziano, oppure la storia del colonnello Brinner aveva ancora un ultimo capitolo da raccontare. Forse quello più assurdo e inconcepibile.
Era la sera del 23 novembre 1885, quando una misteriosa figura bussò alla porta della casa del colonnello: era una donna molto alta, con una carnagione sbiavida e lunghi capelli neri come una notte senza stelle; gli occhi erano di un grigio glaciale, dando al suo sguardo una parvenza fredda e distaccata, come se nulla di ciò che vedeva potesse attirare in lei il benché minimo interesse. Arthur si sentiva quasi a disagio a fissarla, ma la fece entrare ugualmente, poiché diceva di avere una lettera per lui da parte della compianta Gwendolyn O'Byrne. La donna, che non volle dire il suo nome, affermava di conoscere la famiglia Brinner da molto tempo, ricordando delle piacevoli estati passate alla villa di campagna di loro proprietà; asseriva inoltre di essere stata molto amica della povera Gwendolyn e della sua famiglia. E che anzi, era stata ella stessa a darle il compito di rintracciare Arthur Brinner, per consegnargli un messaggio come ultimo saluto. La donna estrasse quindi dalla borsa una lettera, prima di farsi accompagnare alla porta e salutare il colonnello, scusandosi del disturbo. L'uomo non sapeva cosa pensare, erano passati molti anni dalla morte della famiglia O'Byrne e non capiva chi potesse essere quella misteriosa donna, che non solo non aveva mai visto alla villa, ma che dimostrava un'età troppo giovane per poter aver conosciuto Gwendolyn, morta più di trent'anni prima. Altra domanda alla quale non trovava risposta era del perché la lettera non fosse stata consegnata subito alla domestica della villa, imparentata con la famiglia O'Byrne e quindi in contatto con i Brinner. Ma la cosa che lo sconvolse più di tutte, accadde una volta aperta la busta contenente la lettera, quando vide che il foglio di carta al suo interno era completamente bianco. Un senso di angoscia lo pervase, mentre la stranezza della situazione e il mistero legato alla lettera di Gwendolyn gli fecero perdere le staffe. Diede di matto e spaccò il suo bastone da passeggio contro lo stipite del camino, credendo di essere stato preso in giro da quella strana donna in nero. Uscì di casa e si guardò attorno, nella speranza di vederla in qualche angolo della strada intenta a sghignazzare per lo scherzo tirato allo sciocco colonnello. Ma per strada non c'era nessuno. Una volta rientrato, prese in mano la busta contenente la lettera e la strappò, gettandola tra le fiamme accese del camino, con l'intento di lasciarsi alle spalle quella storia senza senso. Ma quando si sedette sulla poltrona, cercando di calmare i nervi, qualcosa attirò la sua attenzione. Il fuoco che fino ad un secondo prima crepitava, smise di bruciare fino a spegnersi, mentre dalle ceneri ancora calde iniziò a formarsi una figura eterea. L'uomo osservava la scena sconvolto, immobilizzato dal terrore. Per la prima volta in vita sua provava paura e raccapriccio. La nube di cenere formò e allungò quelle che potevano essere delle braccia, che si aggrappavano al pavimento trascinando il corpo informe verso la poltrona del colonnello. Arthur urlava con quanto fiato avesse nei polmoni, ma le sue gambe non volevano muoversi, quasi come se qualcuno le avesse legate con una corda invisibile. Si dimenava impotente, cercando di puntare i piedi a terra nel tentativo di ribaltare la poltrona, ma la cosa di cenere gli afferrò un piede e in un secondo lo trascinò verso di sé, inghiottendolo all'interno del suo corpo scuro e nebuloso.
Una luce accecante gli impediva di aprire gli occhi, sentiva sulla pelle il tepore del sole estivo e non capiva cosa stesse succedendo. Poi, una voce lo chiamò, mentre il suo cuore per poco non si fermò: era la voce di Gwendolyn. In qualche modo, la cosa di cenere lo riportò nel momento esatto in cui vide per l'ultima volta la sua amata. Non poteva e non voleva crederci, ma lei era proprio davanti a lui, bella come se la ricordava, anzi, ancora di più. Il colonnello iniziò a tempestarla di domande, chiedendole se fosse tutto reale, se fosse impazzito o se fosse tutto solo un sogno, e che ben presto sarebbe finito con il suo risveglio sulla poltrona davanti al camino acceso. Lei gli sorrise, e lo fece in un modo talmente radioso da far quasi impallidire il Sole. Poi, un dolore al petto mai provato prima. Arthur abbassò lo sguardo e vide il sangue, il suo sangue. Una lancia dei guerrieri boeri era conficcata da parte a parte vicino al cuore. Sentiva i polmoni riempirsi di liquido, mentre attorno a lui la battaglia di Majuba Hill si stava ripetendo ancora una volta; non capiva il come, ma in quei suoi ultimi momenti di vita ritrovò di nuovo la felicità. In qualche modo l'amore per Gwendolyn esaudì il suo desiderio.
27 febbraio 1881, la strana storia del colonnello Brinner ebbe fine come lui avrebbe sempre voluto.

mercoledì 22 giugno 2016

La mia personale wish list robotica - seconda parte

Rieccomi qui, pronto per continuare la mia personale wish list robotica, ovvero: come dissiperei il mio stipendio comprando robottame vario di dubbia bellezza. Cosa che più o meno faccio già, ma lasciamo perdere e vediamo quali altre figate robotiche piazzerei nelle mie vetrinette Ikea.


Mechagodzilla 
Adorando Godzilla, come posso non amare anche la sua versione robotica? Ne esistono diversi modelli in commercio, che variano da quelli più economici fino ad arrivare a roba inavvicinabile per le mie tasche. Per non parlare dell'edizione speciale in uscita a breve, quella con i colori dell' EVA-01.

Ma volendo c'è pure quello in versione EVA-02


Non chiedetemi del perché di questo mash-up: sono giapponesi.



Dragonzord
Precisamente nella sua versione Legacy -perché l'originale degli anni 90 sono riuscito a trovarlo- per via del nuovo design, più snello e proporzionato, con una maggiore posabilità e l'aria di non essere più un giocattolo plasticoso. Davvero un gran bel pezzo.





Dalung Master
Concludiamo il trittico godzillaformico con Dalung Master, un rarissimo KO (Knock-Off, o taroccone se preferite) di Grimlock, il tirannosauro dei Transformers vintage. Di lui si conosce solo la provenienza koreana; vista la pochezza di pezzi in circolazione, non ho possibilità di poterlo stringere tra le mani. Ne ho trovato solo uno su E-Bay privo della coda-arma, con un prezzo esagerato dato che viene venduto privo di scatola e incompleto. Quindi ciao Dalung.



GARADA K7


Doublas M2
Rigorosamente in coppia, perché non c'è Garada senza Doublas. Sono i mostri robotici più iconici di Mazinga, ed è un peccato che non figurino ancora nella mia collezione. Devo provvedere al più presto.



Soundwave (Masterpiece 03)


Soundwave (Fall Of Cybertron)
Due versioni differenti dello stesso Transformers: una (quella MP 03) che riprende il design del modello originale G1, mentre l'altra (quella di Fall Of Cybertron) è il modello visto nell'omonimo videogioco. Riuscirò a farli miei? Non lo so, perché l' MP 03 è abbastanza costoso anche nell'usato, mentre l'altro devo trovare l'occasione giusta per ordinarlo on-line: alla fine è un giocattolo di plastica, non voglio spendere più del dovuto. Comunque per ora ci fermiamo qui, ma non preoccupatevi che la lista è ancora lunga. Molto, molto, molto lunga. 

lunedì 20 giugno 2016

Fake in Cinema

E con immensa felicità, sono orgoglioso di potervi portare per mano in questo nuovo viaggio nel trash; siamo partiti anni fa con la rubrica Fake in China, dove i giocattoli e gli oggetti più taroccati del mondo hanno minato la nostra sanità mentale, mostrandoci cose che noi umani non avremmo mai potuto immaginare. Ma è giunto il momento di andare oltre, è ora di sbarcare in un nuovo territorio con questo spin-off della serie FiC, ecco a voi il primo:



Già il film con Halle Berry è orrendo, se poi me la disegnano con la testa a missile e con un gatto demone, le cose non possono che peggiorare.

Ash dopo un frontale assomiglia in modo incredibile a Salvador Dalì.

Uno dei film a cui sono più affezionato, qui rovinato grazie al dinosauro più brutto che abbia mai visto. Per non parlare di come mi hanno ridotto la povera Raquel Welch, ai tempi gran bel pezzo di figura.

Schizzi seminali sul poster di Alien, fatto da uno che Alien non lo ha mai visto. Probabilmente.

Qualcuno di voi sa spiegarmi cosa sia quel "coso" volante? Perché nonostante conosca il film a memoria, giuro di non averlo mai notato

Stranamente, questa è pure fatta bene. Bravo il nostro taroccatore di locandine.

Il nuovo hobby di Adam Kadmon.

Michael Jackson, sei tu?

Avete visto tutti quel capolavoro di Mafia vs. Ninja, vero? Se la risposta è no, fatelo subito.

Conan con l'ascesso dentale, afferra in modo vigoroso la sua fallica spada, mentre il mostro alle sue spalle sbava sangue dall'eccitazione. 


Gli spin-off: