martedì 13 giugno 2017

This is the end


Mi dispiace. Mi dispiace di non aver più trovato il modo di farmi sentire; di non aver trovato il tempo per buttare giù due righe e dirvi che fine avessi fatto. Di aver mollato improvvisamente il blog come se fosse un vecchio giocattolo, uno di quelli usurati dal tempo, che ormai non attira più attenzione e non accende la scintilla della fantasia, del gioco. Purtroppo in questi mesi sono cambiate tante cose nella mia vita; avvenimenti di ogni tipo che mi hanno allontanato forzatamente dalla Mente, portandomi via quel già poco tempo che avevo a disposizione per scrivere gli articoli, per badare a questo mio figlio digitale che per troppe volte ho lasciato da solo. Avrei forse dovuto scrivere questo post settimane fa, ma tra una scusa e l'altra ho rimandato fino a quando ho potuto, fino al giorno in cui sono riuscito finalmente a rimettermi dietro alla tastiera, e con sommo dispiacere ho iniziato a capire che tutto questo è più simile ad una lettera di addio, scritta col cuore gonfio di tristezza e rammarico per non essere riuscito nel mio intento, di non aver dato vita ai tanti progetti che avevo in testa, o meglio, nella Mente. Non sono mai stato un bravo blogger, anzi, per troppe volte vi ho chiesto scusa per i  miei ritardi o lunghi periodi di lontananza, ma vi assicuro che ho sempre cercato di dare il massimo in tutto quello che ho fatto. Scrivere mi è sempre piaciuto, lo farei ogni giorno della mia vita se potessi, ma purtroppo ho capito che non posso: non ho più il tempo per farlo.
Questo è quindi il post finale Nella Mente di Zero, quello in cui ringrazio tutti quanti siano passati da qua, anche solo per sbaglio. Un ringraziamento speciale a chiunque abbia creduto in me, a tutte quelle persone che si siano divertite a leggere le cose sceme che scrivevo. Grazie a chi mi ha insegnato, a chi mi ha dedicato anche un solo secondo del suo tempo, a tutti voi che avete fatto parte di questo mio mondo e tutti quelli che passeranno in futuro su questo corpo digitale, lasciato dolcemente fluttuare nella rete globale per l'eternità, come se fosse una sorta di eredità cibernetica.
Chi lo sa? Magari un giorno ci si ribecca in giro per l'Internet, e torniamo a discutere delle cose più disparate come un tempo, ma fino ad allora, questo potrebbe essere un addio.

Simone "Anima Zero" Ferri

lunedì 13 marzo 2017

LA RECEN(T)SIONE DI: Kong: Skull Island

Avrei dovuto parlarne qualche giorno fa, purtroppo però non ne ho avuto il tempo, quindi eccomi con il mio solito ritardo a parlarvi di questo film che tanto ho atteso nei mesi scorsi. E cosa ne penso? Diciamo che Kong non è stata l'unica scimmia gigante presente in sala.


La sinossi del film la sanno ormai pure i muri, comunque la riassumerò in poche parole: King Kong incontra Apocalypse Now e nasce l'amore al sapore di napalm mattutino.
Siamo infatti nel 1973, precisamente alla fine della guerra contro Charlie, quando l'agente governativo Bill Randa (John Goodman) arruola per una spedizione scientifica sull'Isola del Teschio il buon James Conrad (Tom Hiddleston), ex capitano del servizio aereo speciale inglese, scortato da un gruppo di scienziati e dallo squadrone militare Sky Devils (Toby KebbellShea WhighamThomas Mann e many other) capitanati dal solito rude bastardo Samuel L. Jackson, nei panni del tenente colonnello Preston Packar. Per le quote rosa abbiamo invece la fotografa pacifista Mason Weaver (Brie Larson) e la scienziata cinese San Lin (Jing Tian).


Tralasciando la parte in cui arrivano sull'isola e succede il finimondo, la componente comica usata per stemperare la tensione è affidata al veterano Hank Marlow (John C. Reilly), precipitato con il suo aereo durante la seconda guerra mondiale e rimasto sull'isola per 28 anni. Ma ora focalizziamoci sul vero protagonista: Kong, il gorillone gigante che in questo nuovo universo (il  MonsterVerse) ha delle sembianze antropomorfe, muovendosi in modo bipede come nelle pellicole del passato. Oltre all'andatura eretta, pure la sua stazza è aumentata a dismisura, arrivando a toccare i trenta metri d'altezza, anche se viene sottolineato che si tratti ancora di un giovane esemplare e che quindi sia destinato a crescere ulteriormente. E ci credo, dico io, visto che nel 2020 dovrà prendersi a cazzotti con il Godzilla di Gareth Edwards.


Poi c'è l'isola e la sua fauna, che in un certo senso possono essere considerati come i secondi protagonisti della pellicola, dove gli umani sembrano turisti allo sbaraglio alle prese con creature dimenticate dal tempo, e non parlo dei soliti dinosauri come siamo stati abituati dai film precedenti, ma nuovi mostri dalle forme ambigue e dal design curioso. Il film è lontano anni luce dalla versione di Peter Jackson, talmente diversi che paragonarli risulta quasi inutile. Questo Kong è innanzitutto molto più sbarazzino, senza tutta la pesantezza e la serietà che invece ha la pellicola di Jackson, che sì è un bel film, ma soffre della lunghezza eccessiva che ha ogni pellicola blockbuster del regista neozelandese.


Sono rimasto colpito da questo Kong: Skull Island; non tanto per la storia, che non è sicuramente il suo punto di forza; e non sono neppure le scene d'azione, che non avevo dubbi fossero spettacolari e tamarre al punto giusto. Bensì sono state la fotografia, con scene davvero suggestive e che hanno reso giustizia alla maestosità di Kong, ed il messaggio pacifista di fondo. Molto infondo, ma che comunque è presente. Ed i soldati, con i loro elmetti personalizzati, il loro introspettivo "Caro Billy" e quel senso di unione che hanno saputo darmi mi hanno spiazzato, perché mai avrei pensato di ritrovare certi elementi da war movie in una pellicola fracassona come questa. Nulla di troppo, non è di certo un Platoon, però per quel poco che hanno mostrato sono riusciti a rendere l'idea.
Insomma, un film che mi ha convinto sotto tutti i punti di vista, con ammiccamenti neanche troppo velati al collegamento con l'ultimo Godzilla americano, che mi hanno trasformato automaticamente in un bimbominkia in attesa dello scontro del secolo tra i due mostroni. 

mercoledì 1 marzo 2017

Alien: Covenant, il nuovo trailer che...OH MIO DIO!

Ok, avevo promesso di non farmi troppe seghe mentali per questo Prometheus 2 Alien: Covenant, ma con un trailer del genere devo ammettere che ci sono quasi cascato. Quasi.


Dico quasi perché nonostante in alcune scene sembra esserci l'atmosfera angosciante dei primi capitoli della saga originale, già da questo trailer di due minuti sono sorti in me dei dubbi logici; vedi il pianeta alieno che però è praticamente uguale alla Terra, talmente uguale che le riprese fatte in Nuova Zelanda fanno sembrare tutto ambientato nella Terra di Mezzo. Guarda te le coincidenze.
Sinceramente mi aspettavo un'ambientazione differente, che desse l'idea di un pianeta effettivamente diversa dal nostro, con una flora e una fauna lontana anni luce da quelli presenti sulla Terra. Poi ci sono queste scene dove lo xenomorfo è alla luce del Sole; anzi, dove mostrano già l'essere mostruoso che darà la caccia ai protagonisti. E va bene che tutti noi sappiamo come sono fatte queste bestie, ma il mostrarlo in questo modo così sfacciato mi ha spiazzato. Più o meno è come se mi avessero tolto una buona parte del divertimento, del vedo e non vedo, dell'attesa del suo ingresso in scena. Ma ok, è solo un trailer ed è ancora presto per tirare le somme, speriamo solo che questa volta Ridley Scott abbia fatto le cose per bene.

E che Guy Pearce invecchi in modo meno plasticoso.

giovedì 23 febbraio 2017

Surprise motherf**ker!

E rieccomi tra di voi, dopo qualche giorno passato tra il festeggiare il mio ventisettesimo anno su questo pianeta ed il mio continuo oziare in queste mie ultime ferie. E tra l'ozio e la poca voglia d'interazione con altri esseri umani, eccovi cosa mi hanno regalato i pochi eletti che hanno l'onore di potermi annoverare tra le proprie amicizie.


Due bellisssssimi vinyl toys da collezione, nel particolare parliamo del Topolino schizofrenico del cortometraggio Runaway Brain e del robottone simil Gaiking in stile azteco. Tanta robba insomma.



Prodotto dalla Medicom nel 2004, questo Topolino è qualcosa di spettacolare. 




Sono riusciti a ricreare alla perfezione l'espressione malvagia che il Sorcio presenta nel cortometraggio del 1995.


Il secondo vinile è invece il robottone azteco creato da Jesse Hernandez e prodotto dalla RAJE Toys. Nelle foto non si vede bene per colpa del flash, ma le parti in rosso sono molto più in rosso,


Anche qui i dettagli sono molto belli e l'insieme di elementi aztechi e la figura del robottone si armonizzano in modo citch, pacchiano e sublimemente fuori di testa.







Ah sì, ho pure un cuscino rosa a forma di Oreo.

giovedì 16 febbraio 2017

I nuovi Jaeger di Pacific Rim: Uprising

Inizialmente conosciuto con il sottotitolo Maelstrom -cambiato poi a inizio in un meno disloca mandibole Uprising-, questo sequel del primo Pacif Rim è sicuramente uno dei film che più attendo per il prossimo anno, dopo un primo capitolo che mi ha letteralmente fatto schizzare nelle mutande.
In questo momento non si hanno molte notizie a riguardo della pellicola; Del Toro ha passato il testimone a Steven S. DeKnight, che nel curriculum vanta l'aver lavorato a capolavori del calibro di Buffy, Angel, Smallville e la serie di Spartacus. Tanta roba insomma.
Comunque, oltre al nuovo regista, pure il cast ha subito cambiamenti, ed il nuovo protagonista sarà John Boyega (Finn di Star Wars: The Force Awakens) accompagnato da Scott Eastwood (sì, il figlio di Clint). Ma a noi che ci frega degli attori? Noi vogliamo vedere i robottoni che si menano.
Ed eccoveli qua i nuovi Jaeger:


Purtroppo al momento non è dato sapere il nome o la provenienza dei nuovi Jaeger, ma ho come l'impressione che quello blu al centro molto simile a Gipsy Danger, sia in effetti il nuovo Gipsy Danger. Poi vallo a sapere. Comunque se non mi mettono neppure in questo film il Tacit Ronin (campione indiscusso di figaggine apparso solo nel prequel a fumetti), per me il film è già bocciato prima di uscire nelle sale. A prescindere.


lunedì 13 febbraio 2017

LEGO NINJAGO, il trailer del film

Dopo il primo film sui LEGO ed il nuovo LEGO BATMAN, a ottobre uscirà nelle sale italiane un nuovo lungometraggio di mattoncini animati, ovvero:


Al momento non ho notizie sui doppiatori nostrani, ma in Ameritrump -dove il film uscirà a settembre- il cast dei doppiatori sarà formato da star del calibro di Jackie Chan (nel ruolo del Sensei Wu), Dave Franco (Lloyd Garmadon, il figlio del cattivo), Michael Peña (Kai), Abbie Jacobson (Nya), Fred Armisen (Cole), Olivia Moon (Koko), Kumail Nanjiani (Zane) e Justin Theroux nel ruolo del malvagio Lord Garmadon. Ok, a parte due o tre, gli altri non li ho mai sentiti nominare.
Guardando il trailer ho capito due cose: la prima è che tranne per i robottoni il film non mi dice nulla, la seconda è che al momento risulta essere il film LEGO con meno mordente uscito fino ad ora, o almeno, per me che i Ninjago non li ho mai sopportati. Ma parere personale a parte, questo film non sembra virare al grande pubblico come i precedenti, scegliendo un tema più giovane e meno per "appassionati". Sempre che gli appassionati non abbiano 9 anni, sia chiaro.

lunedì 6 febbraio 2017

Vuoti cosmici e altri orrori



Avete presente quando vi ritrovate con un foglio bianco davanti, non sapendo bene cosa farci? Ecco, è più o meno quello che mi assilla ultimamente. Non è un vero e proprio blocco dello scrittore, ma più un blocco personale che mi impedisce di concentrarmi a dovere. Forse è pure svogliatezza nel ricercare notizie nei reami dell'Internet, andando a perdere ore e ore alla ricerca di non si sa bene cosa, al solo scopo di buttare giù due righe forzate su questo mio umile blog.
È una sensazione davvero pessima; un senso d'incompletezza e frustrazione per queste mie lunghe assenze dal blogging. Sembra quasi che mi stia allontanando ma non è così: ogni santo giorno apro il blog, nella speranza di scrivere qualcosa, di trovare una notizia interessante o di continuare con le rubriche storiche; solo che poi non lo faccio.
Un vuoto totale delle idee? No, quelle sono l'unica cosa che non mi manca. E allora cosa c'è che non va? Non lo so, comunque volevo solo farvi sapere che sono ancora qua e che con calma vedrò di rimettermi in riga.

E no, questa volta non metto neppure la consueta foto della rossa.

martedì 31 gennaio 2017

Che fine hanno fatto i giocattoli di qualità?

Questa è una domanda che mi sono posto molto spesso negli ultimi anni, in cui per ultimi anni intendo da quando ho iniziato a prendermi i giocattoli da solo, da bravo adulto coscienzioso. Girando tra gli scaffali infatti, ho potuto notare come molti prodotti abbiano subito un repentino peggioramento della qualità, sia come estetica che come materiali utilizzati.


Parlando con altra gente interessata all'argomento, siamo giunti alla conclusione che il calo qualitativo sia dovuto a diversi motivi, primo tra tutti il minor numero di pezzi venduti, in rapporto al sempre più spaventoso aumento di bambini con in mano smartphone e affini; una vera piaga per il settore del giocattolo, oltre che un grande danno per la fantasia dell'infante; ma questo è un discorso da rivolgere ai genitori e per nulla pertinente con questo blog disagiato e cazzaro.
Comunque, ormai non ci sono più dubbi: i giocattoli sono snobbati da una buona percentuale di bambini, e non sarebbe un male se fossero soppiantati da altre attività ludiche, magari all'aperto con gli amici o un ritorno in auge di altri tipi di divertimenti del passato, come giochi da tavolo o qualcosa che stuzzichi la loro fantasia. Invece i campetti da calcio sono deserti, i parchi giochi vengono utilizzati più dalle badanti che dalle mamme, ed una buona parte dei nani da battaglia passano le giornate chiusi in casa, a giocare on-line con altri infanti da guerra. Il futuro è già qui, si può dire, alludendo al fatto che da qualche anni si può giocare con gli amici allo stesso videogioco senza dover uscire di casa, ma tutto questo ha generato pure creature come Favij e gli altri Youtuber fracassoni, che macinano soldi che neppure se lavoro una vita e mezza riuscirò mai a guadagnare, io.
E tutto questo cosa c'entra con la qualità dei giocattoli? Semplice: meno bambini comprano giocattoli, meno le aziende spendono per il loro sviluppo e concepimento. Pensate ai giocattoli della vostra infanzia -sempre che la data sulla vostra carta d'identità non sia scritta in numeri romani, in quel caso lo so che giocavate con quello che oggi viene esposto nei musei- noterete subito la diversità che c'è tra un prodotto dell'epoca e un giocattolo d'oggi.



Dobbiamo accettare il fatto che non ci saranno più fenomeni di culto come He-Man, Big Jim, Action Man, Polly Pocket, Mighty Max e tutta la sfilza di icone che abbiamo imparato a conoscere dagli anni 70 fino ai primi anni duemila, quando la piaga dei techno-bambini ha avuto inizio.
Oltre a questo però, c'è da considerare che sono davvero pochi i brand che hanno continuato la loro produzione fino ai giorni nostri, andando incontro ai cambi generazionali e alle mode del momento.
Vedi la LEGO, che per riuscire a rimanere sul mercato ha dovuto comprare i diritti su Star Wars e tirare fuori millemila set, che qualitativamente non c'è nulla da dire, ma che in qualche modo limitano fortemente quello che era il concetto iniziale del marchio: l'uso della fantasia.
Perché ok che il divertimento è nel montarli, ma una volta i set avevano più di una configurazione, che veniva mostrata sulla confezione o sul libretto delle istruzioni, in modo da incentivare la creatività del bambino. Ora invece non più, come se fossero passati da costruzioni generiche a kit di montaggio.




C'è infine il fatto che molte delle plastiche utilizzate un tempo ora sono state bandite, per un motivo o per l'altro, preferendo l'utilizzo di materiali più economici. Una volta esistevano giocattoli in die-cast, che ora viene utilizzato solo per i modelli da collezionisti o per le macchinine, che altrimenti se tirate in testa al cugino/fratello non farebbero ugualmente male.
Ormai i tempi cambiano e con essi il modo in cui si gioca; oggi i bambini hanno meno tempo libero-dovuti al loro essere già impegnati come fossero dei piccoli adulti-, sono meno invogliati ad utilizzare la fantasia, venendo tacciati troppo spesso davanti ad un televisore o uno smartphone senza controllo. Tutto questo ha radicalmente cambiato il mondo del giocattolo, e sono davvero poche le aziende che hanno saputo mantenere nel tempo una qualità alta in rapporto al prezzo competitivo, arrancando a fatica in questo mondo in cui giocano di più gli adulti che i bambini.

giovedì 26 gennaio 2017

Credevo di essere pop



E invece no. Credevo di essere un "blogger pop", ma pensandoci bene non lo sono per niente; non vado quasi mai al cinema, non ho abbastanza tempo per seguire tutte le news del mondo nerd, le serie TV del momento le vedo con mesi di ritardo, non mi fa impazzire Star Wars e del Trono di Spade non ho il minimo interesse. Il Signore degli Anelli mi fa cadere le palle, con Lo Hobbit mi sono fermato al primo film, non leggo più fumetti Marvel ed i film supereroistici mi fanno pena. Ho addirittura quasi la certezza di essere il nerd meno nerd della blogosfera nerd.
Mi sorge quindi spontanea una domanda: ma io, che tipo di blogger sono?


domenica 22 gennaio 2017

Colossal, il trailer

Lasciamo perdere Godzilla, Gamera ed i loro compagni di merende, perché il prossimo 7 aprile uscirà in Ameritrump un film di proporzioni colossali, avendo come protagonista il kaiju Anna Hathaway. Davvero. Più o meno.


La sinossi ufficiale parla di come la protagonista Gloria (la Hathaway), una donna che sta mandando la sua vita a rotoli per colpa di scelte sbagliate e sbronze paurose, si ritrovi in qualche modo collegata telepaticamente con un colossale mostro apparso a Soeul. Nel frattempo, tornata nella sua città natale, si ritrova con il suo vecchio amico d'infanzia Oscar (Jason Sudeikis), con il quale cerca di trovare una spiegazione alla situazione surreale in cui si ritrova. Altri interpreti della pellicola sono Dan Stevens (nei panni di Tim, l'ex ragazzo di Gloria), Austin StowellTim Blake Nelson e Simon Pegg. Il film è scritto e diretto dallo spagnolo Nacho Vigalondo, e al momento non si hanno notizia sull'eventuale data d'uscita nei cinema italiani.

mercoledì 18 gennaio 2017

Errore nel blog?



Mi sono accorto in questi giorni che i miei vecchi post si sono tutti sminchiati; spaziature sbagliate, la grandezza dei caratteri che si alterna tra il gigante ed il minuscolo, video che spariscono nella versione mobile e cose del genere. Non ho capito quale sia il problema, se è da ricercare all'interno di blogger oppure se è da ricondurre al motore di ricerca che uso. Avete dei consigli su come faccio a risolvere?

lunedì 16 gennaio 2017

Kong, i giocattoli del nuovo film

Finalmente rieccomi qua, dopo due settimane davvero impegnative sotto ogni profilo. Ora che più o meno ho ritrovato un briciolo di tempo, volevo iniziare i post del 2017 con una serie di giocattoli che molto probabilmente non arriveranno mai in Italia, nonostante siano collegati ad uno dei film evento di quest'anno, ovvero:





Parto specificando che la casa produttrice della linea di giocattoli, la LANARD, non ha un distributore italiano, quindi a meno che le cose non cambino non penso proprio di vederli in vendita nei negozi nostrani.


Le creature che abitano questa versione dell'Isola del Teschio non sono più dinosauri, come siamo stati abituati dal primo King Kong del 1933, ma bensì esseri dalle fattezze quasi demoniache.




I veicoli e le action figures ricordano in qualche modo i G.I. Joe, con tutto il loro arsenale di armi. Sicuramente l'atmosfera sembra molto più improntata sull'azione, rispetto al King Kong di Peter Jackson, dove a farla da padrone era il rapporto tra la bella e la bestia.


Gli Skull Crawler sono queste bestie bipedi che si muovono strisciando come serpenti. Purtroppo penso che abbiano preso il posto dei Tirannosauri dell'isola.


Grazie a questi giocattoli, ecco che mi è balzato all'occhio qualcosa che mi era sfuggito dai trailer: il MONARCH. E chi ha visto il Godzilla del 2014 e sa di cosa succederà in futuro, può già fantasticare dei collegamenti che ci potranno essere.


I veicoli non mi fanno impazzire, ricordandomi troppo da vicino le produzioni della già citata CHAP MEI, in più si discostano troppo dai mezzi che si vedono effettivamente nel film. Soprattutto in base all'epoca in cui è ambientata la pellicola, gli anni 70.


Ora come ora, nonostante apprezzi i lavori della LANARD, non sono rimasto troppo convinto dalla manifattura di questi prodotti. Ma poi a noi che ci frega, siamo sempre troppo vecchi per queste cose. Ricordiamocelo.

lunedì 2 gennaio 2017

Cosa potrebbe esserci nella Mente nel 2017

Nonostante il poco tempo che posso dedicare alla Mente, questo 2017 potrebbe portare delle novità che spero possiate gradire. Ho in testa un paio di progetti, uno dei quali in standby dal 2015, che potrebbero meritare la vostra attenzione. Al momento sono a corto di post da mostrarvi, causa festività natalizie e un trasloco che sembra non finire più; con pazienza vedrò di rimettermi in riga, magari ricominciando con le rubriche più famose di questo blog. Per farmi perdonare per essere un pessimo blogger, eccovi un'altra bella redhead tutta per voi.