martedì 31 gennaio 2017

Che fine hanno fatto i giocattoli di qualità?

Questa è una domanda che mi sono posto molto spesso negli ultimi anni, in cui per ultimi anni intendo da quando ho iniziato a prendermi i giocattoli da solo, da bravo adulto coscienzioso. Girando tra gli scaffali infatti, ho potuto notare come molti prodotti abbiano subito un repentino peggioramento della qualità, sia come estetica che come materiali utilizzati.


Parlando con altra gente interessata all'argomento, siamo giunti alla conclusione che il calo qualitativo sia dovuto a diversi motivi, primo tra tutti il minor numero di pezzi venduti, in rapporto al sempre più spaventoso aumento di bambini con in mano smartphone e affini; una vera piaga per il settore del giocattolo, oltre che un grande danno per la fantasia dell'infante; ma questo è un discorso da rivolgere ai genitori e per nulla pertinente con questo blog disagiato e cazzaro.
Comunque, ormai non ci sono più dubbi: i giocattoli sono snobbati da una buona percentuale di bambini, e non sarebbe un male se fossero soppiantati da altre attività ludiche, magari all'aperto con gli amici o un ritorno in auge di altri tipi di divertimenti del passato, come giochi da tavolo o qualcosa che stuzzichi la loro fantasia. Invece i campetti da calcio sono deserti, i parchi giochi vengono utilizzati più dalle badanti che dalle mamme, ed una buona parte dei nani da battaglia passano le giornate chiusi in casa, a giocare on-line con altri infanti da guerra. Il futuro è già qui, si può dire, alludendo al fatto che da qualche anni si può giocare con gli amici allo stesso videogioco senza dover uscire di casa, ma tutto questo ha generato pure creature come Favij e gli altri Youtuber fracassoni, che macinano soldi che neppure se lavoro una vita e mezza riuscirò mai a guadagnare, io.
E tutto questo cosa c'entra con la qualità dei giocattoli? Semplice: meno bambini comprano giocattoli, meno le aziende spendono per il loro sviluppo e concepimento. Pensate ai giocattoli della vostra infanzia -sempre che la data sulla vostra carta d'identità non sia scritta in numeri romani, in quel caso lo so che giocavate con quello che oggi viene esposto nei musei- noterete subito la diversità che c'è tra un prodotto dell'epoca e un giocattolo d'oggi.



Dobbiamo accettare il fatto che non ci saranno più fenomeni di culto come He-Man, Big Jim, Action Man, Polly Pocket, Mighty Max e tutta la sfilza di icone che abbiamo imparato a conoscere dagli anni 70 fino ai primi anni duemila, quando la piaga dei techno-bambini ha avuto inizio.
Oltre a questo però, c'è da considerare che sono davvero pochi i brand che hanno continuato la loro produzione fino ai giorni nostri, andando incontro ai cambi generazionali e alle mode del momento.
Vedi la LEGO, che per riuscire a rimanere sul mercato ha dovuto comprare i diritti su Star Wars e tirare fuori millemila set, che qualitativamente non c'è nulla da dire, ma che in qualche modo limitano fortemente quello che era il concetto iniziale del marchio: l'uso della fantasia.
Perché ok che il divertimento è nel montarli, ma una volta i set avevano più di una configurazione, che veniva mostrata sulla confezione o sul libretto delle istruzioni, in modo da incentivare la creatività del bambino. Ora invece non più, come se fossero passati da costruzioni generiche a kit di montaggio.




C'è infine il fatto che molte delle plastiche utilizzate un tempo ora sono state bandite, per un motivo o per l'altro, preferendo l'utilizzo di materiali più economici. Una volta esistevano giocattoli in die-cast, che ora viene utilizzato solo per i modelli da collezionisti o per le macchinine, che altrimenti se tirate in testa al cugino/fratello non farebbero ugualmente male.
Ormai i tempi cambiano e con essi il modo in cui si gioca; oggi i bambini hanno meno tempo libero-dovuti al loro essere già impegnati come fossero dei piccoli adulti-, sono meno invogliati ad utilizzare la fantasia, venendo tacciati troppo spesso davanti ad un televisore o uno smartphone senza controllo. Tutto questo ha radicalmente cambiato il mondo del giocattolo, e sono davvero poche le aziende che hanno saputo mantenere nel tempo una qualità alta in rapporto al prezzo competitivo, arrancando a fatica in questo mondo in cui giocano di più gli adulti che i bambini.